Domanda:
rischio di cambio?
2006-09-09 01:41:56 UTC
qlc sa darmi la precisa definizione e la spiegazione del rischio di cambio??
Sei risposte:
Vittorio
2006-09-09 22:45:21 UTC
Se ti serve per un esame allora probabilmente quello che ti posso dire io potrebbe servirti poco, perché non sono un esperto e non ho fatto studi di natura economica. Sono solo uno a cui piace documentarsi su questioni finanziarie sia per seguire meglio i miei investimenti sia perché le trovo interessanti.

Ti rispondo ugualmente perché le risposte che hai ricevuto finora non mi sembrano del tutto soddisfacenti (a mio modestissimo parere, nessuno se la prenda per favore).



Ci si assume un rischio di cambio tutte le volte che si effettuano investimenti valutati in una moneta diversa dalla nostra. Oppure se abbiamo debiti, crediti, o si acquistano/vendono materie prime sempre in una valuta diversa. Quindi il rischio cambio riguarda sia i privati che le aziende. Questo perché il valore relativo tra due monete non è fisso ma cambia nel tempo, pertanto la valutazione dell'investimento, credito, debito eccetera ha un fattore di incertezza in più che moltiplica gli altri fattori di rischio. Questo può verificarsi sia in senso positivo che negativo cioè farmi guadagnare (o perdere) molto di più o di meno che se avessi investito (eccetera) nella stessa mia valuta.



Per esempio da inizio 2003 ad oggi il Nasdaq si è rivalutato di circa il 60%, però se io (che come valuta ho l'euro) avessi investito in maniera ben diversificata in titoli di questo indice non avrei guadagnato il 60% come avrebbe fatto un americano (che ha come valuta il dollaro, la stessa con la quale vengono espressi i titoli dell'indice). Avrei guadagnato molto meno, questo perché nello stesso periodo il dollaro si è deprezzato di circa il 30%. Facendo un calcolo utilizzando valori arrotondati (ma vicini alla realtà) per semplicità, mettiamo che nel 2003 abbia acquistato titoli del Nasdaq che valevano 100$ pagandoli 100€, perché in quell'epoca dollaro ed euro erano vicini alla parità. Oggi quei titoli valgono 160$ ma siccome il dollaro non vale più 1€ ma 80 centesimi, allora io se li vendo oggi non ne ricavo 160€, ma solo 128. In pratica da un guadagno potenziale del 60% me ne ritrovo uno del 28% (praticamente mi si è dimezzato il guadagno). Lo stesso tipo di ragionamento si apllica a un'azienda che deve acquistare un materiale in valuta diversa, petrolio, rame, caffé e così via.



Il rischio cambio ci può essere anche se si investe in titoli "prezzati" nella nostra valuta. Non è una contraddizione perché se un'azienda è molto esposta alle variazioni dei cambi e noi investiamo in questa azienda, ci assumiamo una parte di quei rischi. Un esempio banale può essere quello dell'ENI. L'ENI ha i ricavi in dollari perché vende petrolio i cui prezzi sono espressi in dollari, metre redige i bilanci e paga i dividendi in euro. Quindi, a parità di prezzi del petrolio, avrà utili tanto più bassi quanto più l'euro si rafforza sul dollaro e viceversa. Se ho investito in ENI alcuni anni fa ho si aumentato il valore dell'investimento ma molto meno di quanto avrei guadagnato se il rapporto fra euro e dollaro fosse rimasto sulla parità.



Voglio fare un esempio di rischio cambio, in ambito azionario, ancora più indiretto: riguarda aziende per le quali assume un importanza fondamentale il fatturato in un area a valuta diversa. Classici esempi sono Bulgari e Luxottica che hanno una percentuale importante del fatturato negli USA. Quando il dollaro si rivaluta queste aziende fanno più utili a parità di altre condizioni, ne fanno meno quando l'euro si rafforza rispetto al dollaro. Se ho investito in questo tipo di aziende anche i miei investimenti ne risentiranno.



Tutto ciò può portare anche a perdite reali quando investo in strumenti che in partenza hanno un rendimento migliore di altri. Per esempio, negli ultimi anni, i titoli di stato USA hanno dato interessi intorno al 4-5%, praticamente il doppio dei BOT. Se però ho investito in Bond (appunto i titoli di stato americani) non solo ho guadagnato meno che se avessi investito in BOT, ma addirittura vendendoli adesso perderei una parte del capitale di partenza pur avendo investito in uno strumento ritenuto "sicuro" come i titoli di stato. Sempre perché il valore del dollaro è diminuito rispetto alla mia valuta.



Spero che quello che ti ho scritto ti possa servire e di essere riuscito a spiegarmi. Ci sarebbero ancora tante cosa da dire, come la copertura dal rischio cambi che possono fare sia i fondi d'investimento che le aziende o i privati. Però ci addentreremmo in un argomento più complesso e la risposta, già chilometrica, potrebbe diventare esageratamente lunga. Spero almeno di non averti annoiata.



In bocca al lupo per il tuo esame (e magari facci sapere com'è andato).
gipsytuny
2006-09-09 09:40:14 UTC
il rischio di cambio è una situazione nella quale un’impresa detiene (o prevede di detenere in futuro) attività e passività in valuta, il cui valore contro moneta nazionale può variare nel tempo.

Si origina quando vi è incertezza sul tasso di conversione futuro di una moneta in un'altra moneta.

Il rischio di cambio si verifica nel momento in cui un intermediario finanziario presenta in bilancio poste attive e poste passive denominate in valuta diversa dall’euro (ad esempio), supposto questo come valuta di riferimento.
anonimo
2006-09-10 15:08:59 UTC
Se acquisti un titolo finanziario (o in alcuni casi anche un bene) in valuta straniera non solo vi è un rischio dovuto alla variazione del suo valore sul mercato, ma è possibile che guadagni o perdi dei soldi anche per il variare del tasso di cambio tra le valute.



Ad esempio se tu ragioni in euro e compri un'azione in dollari statunitensi e la rivendi tra un mese e mettiamo per esempio che oggi il valore dell'azione in dollari statunitensi sia esattamente lo stesso di quello che era quando lo hai comprato, non è detto che ottieni (*) gli stessi soldi in euro. Perché c'è di mezzo il cambio. Se nel frattempo il valore del dollaro è salito (**) ci hai gudagnato, se è sceso (**) ci hai perso





(*) trascurando spese e commissioni



(**) Con il fastidioso metodo utilizzato attualmente per indicare i cambi, devi far attenzione che non si indica quanto vale un dollaro, bensì si indica quanti dolalri ti danno con 1 euro. Pertanto devi ragionare al conterio. Se il numero che vedi pubblicato, ad esempio sui giornali, aumenta allora stai perdendo, se diminuisce allora stai guadagnando.



Sarebbe veramente meglio se, come per tutto il resto, venisse pubblicato il valore del dollaro.
Mariano Z
2006-09-09 13:45:23 UTC
quello che ti hanno già correttamente risposto vale non solo per le imprese ( finanziarie ed altre in genere ) ma anche per i privati. Quando, infatti si acquistano titoli finanziari ( azioni, obbligazioni, index ed altro ) oltre ai rischi connessi alla capacità di rimborso dell'emittente ( in base alla sua solidità e correttezza, vedi "rating" ) se i titoli sono emessi in valuta diversa dall'Euro per il nostro caso, c'è da mettere in conto anche il "rischio di cambio". Cioè, Indipendentemente, da tutte le altre valutazioni sull'emittente va tenuto in evidenza anche il rapporto di cambio fra la nostra moneta ( euro ) e le altre ( dollaro, yen ecc ). In sintesi, a parità di adempimento nella restituzione del capitale e degli interessi da parte dell'emittente un titolo, l'acquirente potrebbe subire delle perdite nel valore dei titoli acquistati ( in valuta diversa dall'euro) a causa delle differenze di cambio che potrebbero verificarsi.
Motcre M
2006-09-09 10:54:29 UTC
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♫ɐʎʇɐʞ dɐɹ
2006-09-09 10:49:46 UTC
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Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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